PITTORE DEL XVII-XVIII SECOLO
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Scena di caccia
Olio su tela, cm 80X99
Gi‡ attribuito a Felice Boselli (Piacenza,1650 - Parma,1732) per le evidenti affinit‡ illustrative con la produzione del maestro piacentino, il dipinto in esame presenta notevoli analogie di stile con Giuseppe Romani, la cui attivit‡ nel campo della pittura di genere Ë scoperta recente. Nato a Como e quindi plausibilmente formatosi nell'ambito della pittura naturalistica lombarda, l'attivit‡ a noi nota si svolse in Emilia, presso la corte del ducato estense, nondimeno la sua cerchia di estimatori fu sicuramente pi˘ ampia, come documentano le tele custodite presso la Pinacoteca di Bologna provenienti dalla collezione Zambeccari. Tralasciando l'analisi delle opere a soggetto sacro, belle ma non certo emotivamente avvincenti, Romani realizzÚ interessanti scene di genere e nature morte con figure. Questa produzione, spesso confusa con quella del Cifrondi e del Boselli per le tematiche e gli indubbi valori qualitativi, segna un capitolo singolare per la storia del naturamortismo emiliano e le sue disgressioni. A suggerire l'attribuzione della nostra tela contribuisce in primo luogo l'espressivit‡ modulata e pi˘ morbida se confrontata con gli esempi dei maestri lombardi, pi˘ caricaturali e grotteschi, cosà anche la costruzione scenica che par replicare quella del 'Villano che mangia', gi‡ in collezione Sarti a Parigi e del 'Vecchio zampognaro' custodito nei Musei Civici di Modena, con le figure in primo piano a destra e masse rocciose ricoperte di arbusti. Dipinti realizzati con affini conduzioni pittoriche e cromatiche, come si evince osservando la trama delle vesti e la stesura delle foglie, aspetti che si riscontrano in 'Ragazzi che giocano' di collezione privata modenese, dove le fisionomie dei protagonisti sono sovrapponibili a quella del giovane cacciatore, con gli occhi allungati e le guance arrotondate.
Bibliografia di riferimento:
A. Mazza, in 'Tesori ritrovati', catalogo della mostra a cura di M. Pedrazzoli, Milano 1998, pp. 146-149, nn. 46-47
L. Peruzzi, 'Giuseppe Romani', in 'La natura morta in Emilia e in Romagna. Pittori, centri di produzione e collezionismo fra XVII e XVIII secolo', Milano 2000, pp. 226-227, figg. 224-227
A. Mazza, 'Pitocchi diversi al naturale - Giuseppe Romani, pittore lombardo nel ducato estense', Cesena, 2012, ad vocem
Olio su tela, cm 80X99
Gi‡ attribuito a Felice Boselli (Piacenza,1650 - Parma,1732) per le evidenti affinit‡ illustrative con la produzione del maestro piacentino, il dipinto in esame presenta notevoli analogie di stile con Giuseppe Romani, la cui attivit‡ nel campo della pittura di genere Ë scoperta recente. Nato a Como e quindi plausibilmente formatosi nell'ambito della pittura naturalistica lombarda, l'attivit‡ a noi nota si svolse in Emilia, presso la corte del ducato estense, nondimeno la sua cerchia di estimatori fu sicuramente pi˘ ampia, come documentano le tele custodite presso la Pinacoteca di Bologna provenienti dalla collezione Zambeccari. Tralasciando l'analisi delle opere a soggetto sacro, belle ma non certo emotivamente avvincenti, Romani realizzÚ interessanti scene di genere e nature morte con figure. Questa produzione, spesso confusa con quella del Cifrondi e del Boselli per le tematiche e gli indubbi valori qualitativi, segna un capitolo singolare per la storia del naturamortismo emiliano e le sue disgressioni. A suggerire l'attribuzione della nostra tela contribuisce in primo luogo l'espressivit‡ modulata e pi˘ morbida se confrontata con gli esempi dei maestri lombardi, pi˘ caricaturali e grotteschi, cosà anche la costruzione scenica che par replicare quella del 'Villano che mangia', gi‡ in collezione Sarti a Parigi e del 'Vecchio zampognaro' custodito nei Musei Civici di Modena, con le figure in primo piano a destra e masse rocciose ricoperte di arbusti. Dipinti realizzati con affini conduzioni pittoriche e cromatiche, come si evince osservando la trama delle vesti e la stesura delle foglie, aspetti che si riscontrano in 'Ragazzi che giocano' di collezione privata modenese, dove le fisionomie dei protagonisti sono sovrapponibili a quella del giovane cacciatore, con gli occhi allungati e le guance arrotondate.
Bibliografia di riferimento:
A. Mazza, in 'Tesori ritrovati', catalogo della mostra a cura di M. Pedrazzoli, Milano 1998, pp. 146-149, nn. 46-47
L. Peruzzi, 'Giuseppe Romani', in 'La natura morta in Emilia e in Romagna. Pittori, centri di produzione e collezionismo fra XVII e XVIII secolo', Milano 2000, pp. 226-227, figg. 224-227
A. Mazza, 'Pitocchi diversi al naturale - Giuseppe Romani, pittore lombardo nel ducato estense', Cesena, 2012, ad vocem
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