PITTORE UMBRO ATTIVO NEI PRIMI ANNI DEL XVI SECOLO
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Volto di Cristo
Olio su tavola, cm 39,5X29
La tavola in esame presenta chiare attinenze con le opere di Pietro Vannucci detto il Perugino (Città della Pieve, 1450 circa - Fontignano, Perugia, 1523), ma al contempo, possiamo percepire che l'autore sia conscio e capace di interpretare la straordinaria modernità delle opere di Raffaello giovane (Urbino, 1483 - Roma, 1520) realizzate durante i primi anni del Cinquecento. Si spiegano di conseguenza le attribuzioni precedenti a entrambi i maestri, che presero in considerazione un Perugino oramai maturo e in un momento successivo agli affreschi realizzati al Collegio del Cambio di Perugia (1496 - 1500) e dell'Oratorio di Santa Maria dei Bianchi a Città della Pieve (1504), ma anche, come prima accennato, guardando alle opere del Sanzio, confermando tuttavia una collocazione cronologica che scorre tra il 1504 e il 1506. Detto questo e mantenendo la dovuta prudenza, possiamo asserire che uno dei protagonisti della pittura umbra in quel momento storico che era in grado di poter cogliere con piena consapevolezza i mutamenti in atto fu Giovanni Di Pietro detto Lo Spagna (dopo il 1450 - Spoleto, 1528). Lo Spagna infatti, si dimostrò in grado di superare l'accademismo del Vannucci e fu l'unico di quella cerchia a recepire e cogliere il nuovo corso del Sanzio dando prova di comprenderne il significato stilistico e culturale. Tornando all'opera, si evince anche nella peculiarità del volto un intento quasi ritrattistico e le sue stesure oltre a un legame con il Pinturicchio maturo riflettono quelle di Raffaello, in modo particolare del Cristo benedicente della Tosio Martinengo (1605), i volti degli apostoli dell'Incoronazione della Vergine della Pinacoteca Vaticana (1504) e ancor prima nel San Sebastiano della Carrara (1502 circa), dove possiamo osservare una medesima e raffinata lavorazione a oro dei ricami del manto. Questi aspetti attestano la notevole maestria dello Spagna e il suo stile calibrato e composto contribuì alla fortuna critica a iniziare da Giorgio Vasari sino ai pittori nazareni.
Bibliografia di riferimento:
Pittura in Umbria tra il 1480 e il 1540, a cura di F. F. Mancini e P. Scarpellini, Milano 1983, ad vocem
F. Todini, La pittura umbra dal Duecento al primo Cinquecento, Milano 1989, I, pp. 313-317; II, pp. 601-608
Raffaello, a cura di S. Zuffi e K. Oberhuber, Milano 2007, ad vocem
Olio su tavola, cm 39,5X29
La tavola in esame presenta chiare attinenze con le opere di Pietro Vannucci detto il Perugino (Città della Pieve, 1450 circa - Fontignano, Perugia, 1523), ma al contempo, possiamo percepire che l'autore sia conscio e capace di interpretare la straordinaria modernità delle opere di Raffaello giovane (Urbino, 1483 - Roma, 1520) realizzate durante i primi anni del Cinquecento. Si spiegano di conseguenza le attribuzioni precedenti a entrambi i maestri, che presero in considerazione un Perugino oramai maturo e in un momento successivo agli affreschi realizzati al Collegio del Cambio di Perugia (1496 - 1500) e dell'Oratorio di Santa Maria dei Bianchi a Città della Pieve (1504), ma anche, come prima accennato, guardando alle opere del Sanzio, confermando tuttavia una collocazione cronologica che scorre tra il 1504 e il 1506. Detto questo e mantenendo la dovuta prudenza, possiamo asserire che uno dei protagonisti della pittura umbra in quel momento storico che era in grado di poter cogliere con piena consapevolezza i mutamenti in atto fu Giovanni Di Pietro detto Lo Spagna (dopo il 1450 - Spoleto, 1528). Lo Spagna infatti, si dimostrò in grado di superare l'accademismo del Vannucci e fu l'unico di quella cerchia a recepire e cogliere il nuovo corso del Sanzio dando prova di comprenderne il significato stilistico e culturale. Tornando all'opera, si evince anche nella peculiarità del volto un intento quasi ritrattistico e le sue stesure oltre a un legame con il Pinturicchio maturo riflettono quelle di Raffaello, in modo particolare del Cristo benedicente della Tosio Martinengo (1605), i volti degli apostoli dell'Incoronazione della Vergine della Pinacoteca Vaticana (1504) e ancor prima nel San Sebastiano della Carrara (1502 circa), dove possiamo osservare una medesima e raffinata lavorazione a oro dei ricami del manto. Questi aspetti attestano la notevole maestria dello Spagna e il suo stile calibrato e composto contribuì alla fortuna critica a iniziare da Giorgio Vasari sino ai pittori nazareni.
Bibliografia di riferimento:
Pittura in Umbria tra il 1480 e il 1540, a cura di F. F. Mancini e P. Scarpellini, Milano 1983, ad vocem
F. Todini, La pittura umbra dal Duecento al primo Cinquecento, Milano 1989, I, pp. 313-317; II, pp. 601-608
Raffaello, a cura di S. Zuffi e K. Oberhuber, Milano 2007, ad vocem
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PITTORE UMBRO ATTIVO NEI PRIMI ANNI DEL XVI SECOLO
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