GIOVANNI BATTISTA PITTONI
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Description
(Venezia, 1687 - 1767)
San Giuseppe col Bambino
Olio su tela, cm 63X53
Provenienza:
Venezia, Collezione Michel
Bibliografia:
E. Martini, La pittura veneziana del Settecento, Venezia 1964, tav. 154
F. Zava Boccazzi, Pittoni, Venezia 1978, p. 147, cat. 130 (citato)
Pittoni fu uno dei più importanti artisti veneziani della sua epoca, che esordendo con un vago gusto giordanesco, palesa quanto prima un avvicinamento ai modi del Piazzetta, percepibile nel Supplizio di San Tomaso, custodito nella chiesa veneziana di San Stae. Sarà però il robusto modellato di Sebastiano Ricci e il colore luminoso di Giambattista Tiepolo a segnarne la cifra stilistica, che il Pallucchini nel 1951 definì: 'quell'allegretto pittoniano scoppiettante: audacemente vivace e minuto al tempo stesso, che pur senza giungere ad una profonda commozione figurativa, ha una sua coerenza pittorica'. Lo studioso, infatti, tracciò la mimica pittoniana melodrammatica e teatrale, che si basa sui più sottili moti fisionomici, profili fuggenti e mani scattanti in un gioco serratissimo, capace di creare un senso plastico e narrativo anche in virtù di una continua sperimentazione disegnativa. E quanto mai esemplare seguendo i pensieri del Pallucchini (che a sua volta parafrasava lo Zanetti quando definiva Pittoni di uno stile suo originale, pieno di pittoreschi vezzi, di gentilezza e di amenità ) è la tela qui presentata, che si dovrebbe collocare come suggerisce Giorgio Fossaluzza alla maturità , agli anni Quaranta, per via della calda intonazione e fusione di materia creando pacati contrasti di lume.
Bibliografia di riferimento:
A.M. Zanetti, Della pittura veneziana e delle opere pubbliche de' veneziani maestri. Libri V, Venezia 1771, pp. 460-462
R. Pallucchini, La pittura nel Veneto. Il Settecento, I, Milano 1995, pp. 520-544
San Giuseppe col Bambino
Olio su tela, cm 63X53
Provenienza:
Venezia, Collezione Michel
Bibliografia:
E. Martini, La pittura veneziana del Settecento, Venezia 1964, tav. 154
F. Zava Boccazzi, Pittoni, Venezia 1978, p. 147, cat. 130 (citato)
Pittoni fu uno dei più importanti artisti veneziani della sua epoca, che esordendo con un vago gusto giordanesco, palesa quanto prima un avvicinamento ai modi del Piazzetta, percepibile nel Supplizio di San Tomaso, custodito nella chiesa veneziana di San Stae. Sarà però il robusto modellato di Sebastiano Ricci e il colore luminoso di Giambattista Tiepolo a segnarne la cifra stilistica, che il Pallucchini nel 1951 definì: 'quell'allegretto pittoniano scoppiettante: audacemente vivace e minuto al tempo stesso, che pur senza giungere ad una profonda commozione figurativa, ha una sua coerenza pittorica'. Lo studioso, infatti, tracciò la mimica pittoniana melodrammatica e teatrale, che si basa sui più sottili moti fisionomici, profili fuggenti e mani scattanti in un gioco serratissimo, capace di creare un senso plastico e narrativo anche in virtù di una continua sperimentazione disegnativa. E quanto mai esemplare seguendo i pensieri del Pallucchini (che a sua volta parafrasava lo Zanetti quando definiva Pittoni di uno stile suo originale, pieno di pittoreschi vezzi, di gentilezza e di amenità ) è la tela qui presentata, che si dovrebbe collocare come suggerisce Giorgio Fossaluzza alla maturità , agli anni Quaranta, per via della calda intonazione e fusione di materia creando pacati contrasti di lume.
Bibliografia di riferimento:
A.M. Zanetti, Della pittura veneziana e delle opere pubbliche de' veneziani maestri. Libri V, Venezia 1771, pp. 460-462
R. Pallucchini, La pittura nel Veneto. Il Settecento, I, Milano 1995, pp. 520-544
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GIOVANNI BATTISTA PITTONI
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