PITTORE NAPOLETANO DEL XVIII SECOLO
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Description
Scena di incendio
Olio su tela, cm 130X100
Il dipinto reca un'attribuzione collezionistica a Pietro Fabris, artista documentato a Napoli dal 1756 al 1792. Sua è la famosa serie di Vedute dei Campi Phlegraei, realizzata nel 1768 per la Royal Society di Londra tramite l'ambasciatore William Hamilton. All'artista spetta anche il merito di aver indirizzato l'interesse, tra i primi, sul mondo minuto, caratteristico e colorato, della plebe napoletana, dando l'avvio a quella pittura di scenette, di vita popolaresca, che formeranno uno dei motivi fondamentali nella tematica della successiva pittura partenopea (Raffaello Causa, 1956). L'opera in esame sembra infatti esprimere il carattere narrativo del Fabris quando indirizza la sua produzione verso soluzioni iconografiche di gusto borghese, accostandosi altresì a soluzioni pittoriche dell'ultimo Giuseppe Bonito, in modo particolare per la pennellata rischiarata dai toni cromatici rarefatti. Prossima per gusto e stile, si cita la grande tela raffigurante i Preparativi per il pellegrinaggio al Santuario della Madonna dell'Arco, firmata e datata 1792, dove compaiono personaggi e fisionomie assai simili, che diverranno patrimonio comune per molti artisti ottocenteschi come Saverio della Gatta.
Bibliografia di riferimento:
N. Spinosa, Pittura napoletana del Settecento dal Rococò al Classicismo, Napoli 1988, II, p. 57, pp. 393-397
Olio su tela, cm 130X100
Il dipinto reca un'attribuzione collezionistica a Pietro Fabris, artista documentato a Napoli dal 1756 al 1792. Sua è la famosa serie di Vedute dei Campi Phlegraei, realizzata nel 1768 per la Royal Society di Londra tramite l'ambasciatore William Hamilton. All'artista spetta anche il merito di aver indirizzato l'interesse, tra i primi, sul mondo minuto, caratteristico e colorato, della plebe napoletana, dando l'avvio a quella pittura di scenette, di vita popolaresca, che formeranno uno dei motivi fondamentali nella tematica della successiva pittura partenopea (Raffaello Causa, 1956). L'opera in esame sembra infatti esprimere il carattere narrativo del Fabris quando indirizza la sua produzione verso soluzioni iconografiche di gusto borghese, accostandosi altresì a soluzioni pittoriche dell'ultimo Giuseppe Bonito, in modo particolare per la pennellata rischiarata dai toni cromatici rarefatti. Prossima per gusto e stile, si cita la grande tela raffigurante i Preparativi per il pellegrinaggio al Santuario della Madonna dell'Arco, firmata e datata 1792, dove compaiono personaggi e fisionomie assai simili, che diverranno patrimonio comune per molti artisti ottocenteschi come Saverio della Gatta.
Bibliografia di riferimento:
N. Spinosa, Pittura napoletana del Settecento dal Rococò al Classicismo, Napoli 1988, II, p. 57, pp. 393-397
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