GIOVANNI MIGLIARA
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Description
Alessandria, 1785 - Milano, 1837
Frati che accolgono i pellegrini alla Certosa di Pavia
Firmato Gio Migliara f. e datato 1822, Milano in basso a sinistra
Olio su tela, cm 59X44
Reca sul retro cartellino con iscrizione: Casa di S.A.R il Duca di Genova, n. 644.
Il primo soggetto simile a questo di Migliara verrà esposto a Brera nel 1818 con il titolo Interno di un monastero di monache illuminato da una lampada: negli anni seguenti l'artista realizzerà diverse opere simili, a testimonianza del suo avvicinamento al gusto 'troubadour'. La tela in esame raffigura l'interno dell'atrio della Certosa di Pavia con una coppia di pellegrini che viene accolta con cibo e acqua. Ritroviamo anche in questa opera l'uso suggestivo della luce detto 'alla fiamminga', unito ad una rigorosa e caratteristica costruzione prospettica. L'artista propone una soluzione scenografica in controluce, espediente spesso ricorrente nelle sue opere, così da aprire la veduta sulla zona antistante del porticato delimitato da colonne, dove luci e ombre dosate sapientemente creano un'atmosfera elegante e suggestiva. Si noti il particolare della splendida lunetta raffigurante l'Ave Maria Gratia Plena.
Bibliografia di riferimento:
Giovanni Migliara. Viaggio in Italia, catalogo della mostra a cura di S. Rebora, Milano 2019, pp. 12-15
Frati che accolgono i pellegrini alla Certosa di Pavia
Firmato Gio Migliara f. e datato 1822, Milano in basso a sinistra
Olio su tela, cm 59X44
Reca sul retro cartellino con iscrizione: Casa di S.A.R il Duca di Genova, n. 644.
Il primo soggetto simile a questo di Migliara verrà esposto a Brera nel 1818 con il titolo Interno di un monastero di monache illuminato da una lampada: negli anni seguenti l'artista realizzerà diverse opere simili, a testimonianza del suo avvicinamento al gusto 'troubadour'. La tela in esame raffigura l'interno dell'atrio della Certosa di Pavia con una coppia di pellegrini che viene accolta con cibo e acqua. Ritroviamo anche in questa opera l'uso suggestivo della luce detto 'alla fiamminga', unito ad una rigorosa e caratteristica costruzione prospettica. L'artista propone una soluzione scenografica in controluce, espediente spesso ricorrente nelle sue opere, così da aprire la veduta sulla zona antistante del porticato delimitato da colonne, dove luci e ombre dosate sapientemente creano un'atmosfera elegante e suggestiva. Si noti il particolare della splendida lunetta raffigurante l'Ave Maria Gratia Plena.
Bibliografia di riferimento:
Giovanni Migliara. Viaggio in Italia, catalogo della mostra a cura di S. Rebora, Milano 2019, pp. 12-15
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