FRANCESCO E BERNARDINO ZAGANELLI
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Description
(Cotignola, 1460/1470 - Ravenna, 1532)
(Cotignola, 1460/1470 - 1510 circa)
Cristo portacroce
Olio su tela, cm 72X54
Bibliografia:
A. Bliznukov, in The Alana Collection Vol. III, Italian Paintings from the 14th to 16th century, Firenze 2014, p. 47, fig. 7e (con disegno preparatorio di Bernardino Zaganelli)
Il dipinto raffigura Cristo durante la salita al Calvario, una iconografia particolarmente diffusa durante il primo decennio del Cinquecento. L'artista cattura il volto di Cristo e le mani che sorreggono la croce, tralasciando ogni eventuale aspetto d'ambiente, evidenziando il significato drammatico della scena, di un uomo che porta sulle proprie spalle un peso e una responsabilità enorme stagliandosi su un fondale scuro. Come indicato nella scheda, l'esecuzione dell'opera è riferita ai due fratelli, secondo un procedimento che fu già evidenziato da Roberto Longhi giudicando il loro operato una straordinaria simbiosi (cfr. Nuovi ampliamenti all'Officina Ferrarese, 1956, p. 145). In questa sede è sicuramente disagevole svolgere e far luce su questo argomento, tenendo specialmente conto delle più recenti indagini condotte da Andrea De Marchi, che ha dato loro un volto coerente e quasi in tutto credibile. (cfr. A. De Marchi, Da Biduino ad Algardi: Pittura e Scultura a confronto, Torino 1990, pp. 101-113- Bernardino Zaganelli inedito: due Facies Christi, in Prospettiva 75-76, luglio-ottobre 1994, pp. 124-135; M. Tanzi, Francesco di Bosio Zaganelli, in Ioanes Ispanus. La pala di Viadana. Tracce di classicismo precoce lungo la valle del Po, Viadana 2000, pp. 106-111, e Bernardino di Bosio Zaganelli, Ibidem, pp. 146-153). Comunque, è documentato che il sodalizio lavorativo tra Francesco e Bernardino si interrompe nel 1509 subito dopo la pala oggi nella National Gallery di Dublino e poco dopo Francesco si trasferisce a Ravenna, ove continuerà ad operare sino alla morte nel 1532. Questo dato suggerisce di conseguenza una data di esecuzione molto precoce. Inoltre, quell'aurea veneta e belliniana che emerge può essere dettata dal loro soggiorno a Vicenza per realizzare La Madonna delle rose (cfr. M. Lucco, in Pinacoteca Civica di Vicenza. I. Dipinti dal XIV al XVI secolo, Vicenza 2003, pp. 256-259), viaggio veneto in cui Bernardino e Francesco possono aver aggiornato il loro linguaggio con quella sensibilità düreriana che emerge osservando la nostra composizione, supportando di conseguenza una data che scorre tra il 1509 e la pala di Dublino.
Bibliografia di riferimento:
R. Zama, Zaganelli e dintorni, per una ricerca sui dipinti di Francesco e Bernardino, fra Cotignola e Ravenna, Faenza 1989
R. Zama, Gli Zaganelli. (Francesco e Bernardino) pittori, Rimini 1994
(Cotignola, 1460/1470 - 1510 circa)
Cristo portacroce
Olio su tela, cm 72X54
Bibliografia:
A. Bliznukov, in The Alana Collection Vol. III, Italian Paintings from the 14th to 16th century, Firenze 2014, p. 47, fig. 7e (con disegno preparatorio di Bernardino Zaganelli)
Il dipinto raffigura Cristo durante la salita al Calvario, una iconografia particolarmente diffusa durante il primo decennio del Cinquecento. L'artista cattura il volto di Cristo e le mani che sorreggono la croce, tralasciando ogni eventuale aspetto d'ambiente, evidenziando il significato drammatico della scena, di un uomo che porta sulle proprie spalle un peso e una responsabilità enorme stagliandosi su un fondale scuro. Come indicato nella scheda, l'esecuzione dell'opera è riferita ai due fratelli, secondo un procedimento che fu già evidenziato da Roberto Longhi giudicando il loro operato una straordinaria simbiosi (cfr. Nuovi ampliamenti all'Officina Ferrarese, 1956, p. 145). In questa sede è sicuramente disagevole svolgere e far luce su questo argomento, tenendo specialmente conto delle più recenti indagini condotte da Andrea De Marchi, che ha dato loro un volto coerente e quasi in tutto credibile. (cfr. A. De Marchi, Da Biduino ad Algardi: Pittura e Scultura a confronto, Torino 1990, pp. 101-113- Bernardino Zaganelli inedito: due Facies Christi, in Prospettiva 75-76, luglio-ottobre 1994, pp. 124-135; M. Tanzi, Francesco di Bosio Zaganelli, in Ioanes Ispanus. La pala di Viadana. Tracce di classicismo precoce lungo la valle del Po, Viadana 2000, pp. 106-111, e Bernardino di Bosio Zaganelli, Ibidem, pp. 146-153). Comunque, è documentato che il sodalizio lavorativo tra Francesco e Bernardino si interrompe nel 1509 subito dopo la pala oggi nella National Gallery di Dublino e poco dopo Francesco si trasferisce a Ravenna, ove continuerà ad operare sino alla morte nel 1532. Questo dato suggerisce di conseguenza una data di esecuzione molto precoce. Inoltre, quell'aurea veneta e belliniana che emerge può essere dettata dal loro soggiorno a Vicenza per realizzare La Madonna delle rose (cfr. M. Lucco, in Pinacoteca Civica di Vicenza. I. Dipinti dal XIV al XVI secolo, Vicenza 2003, pp. 256-259), viaggio veneto in cui Bernardino e Francesco possono aver aggiornato il loro linguaggio con quella sensibilità düreriana che emerge osservando la nostra composizione, supportando di conseguenza una data che scorre tra il 1509 e la pala di Dublino.
Bibliografia di riferimento:
R. Zama, Zaganelli e dintorni, per una ricerca sui dipinti di Francesco e Bernardino, fra Cotignola e Ravenna, Faenza 1989
R. Zama, Gli Zaganelli. (Francesco e Bernardino) pittori, Rimini 1994
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