Giovanni Antonio Pellegrini - Jun 09, 2022 | Wannenes - Art Auction In Italy
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GIOVANNI ANTONIO PELLEGRINI

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GIOVANNI ANTONIO PELLEGRINI
GIOVANNI ANTONIO PELLEGRINI
Item Details
Description
(Venezia 1675 - 1741)
La continenza di Scipione
Olio su tela, cm 130X100

L'opera, come indica Filippo Pedrocco nella scheda critica allegata, presenta caratteri di stile e qualitativi tipici dell'artista veneziano, che ben presto acquisirà una cultura pittorica di ampiezza internazionale, caratterizzandosi quale artista viaggiatore per eccellenza. Accolto presso le principali corti e residenze nobiliari d'Europa per le sue straordinarie doti di decoratore a fresco e abile pittore a olio, il suo linguaggio, spigliato e brillante è contrassegnato da delicate sensualità, ben adeguandosi al gusto collezionistico e di arredo di una classe dirigente intrisa di cultura italianizzante e poco incline alle gravità estetiche dell'età barocca. La sua arte testimonia integralmente il ruolo da lui svolto nell'evoluzione della pittura veneziana di inizio Settecento, trascendendo dagli esempi di Sebastiano Ricci e la lezione impartitagli da Paolo Pagani, suo primo maestro, rinnovando altresì le lezioni del Gaulli e Luca Giordano, raggiungendo una raffinatezza cromatica e una partitura compositiva che sarà di fondamentale esempio a Giovanni Battista Tiepolo. La tela qui presentata è un buon esempio per cogliere le qualità raggiunte dall'artista durante la maturità per l'elegante impaginazione, la velocità di tocco e le tonalità rocaille grigio-perlacee. Per quanto riguarda il soggetto, la scena descrive l'episodio più noto della vita di Scipione l'Africano narrata da Tito Livio (26,50), ripreso in Polibio (10, 17, 19) e messo in rima in Petrarca (Africa, 4, 375-388), in cui si racconta di come, conquistata la città spagnola Nuova Cartagine, venne condotta al cospetto del condottiero romano una giovane donna che avrebbe dovuto far parte del bottino di guerra del vincitore. Nonostante questo diritto acquisito, essendo venuto a sapere che la fanciulla era stata precedentemente promessa in sposa, Scipione fece convocare l'uomo di nome Allucio, e gliela restituì, donandogli anche la somma di riscatto che i parenti di lei erano riusciti a raccogliere nella speranza di liberarla. È questo un tema che ebbe notevole fortuna nella pittura veneta tra Sei e Settecento e il prototipo compositivo più evidente, al quale molti si ispirarono, è da individuare nelle due invenzioni ideate da Sebastiano Ricci per Palazzo Marucelli-Fenzi a Firenze e soprattutto nella tela conservata alla Galleria Nazionale di Parma.

Il dipinto è corredato da una scheda critica di Filippo Pedrocco.

Bibliografia:
The Cleveland Museum of Art, dal 29 gennaio al 9 marzo 1969: Year in Review for 1968, catalogo, Bulletin CMA, LVI (gennaio 1969), p. 46, n. 68, p. 17
G. Knox, Antonio Pellegrini, 1675-1741, Oxford 1995, p. 229, p. 249, n. P. 315
A. Bettagno, Antonio Pellegrini. Il maestro veneto del rococò alle corti d'Europa, Venezia 1998, ad vocem
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GIOVANNI ANTONIO PELLEGRINI

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