ULVI LIEGI
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Description
Livorno, 1858 - 1939
Bilance a Bocca d'Arno
Firmato Ulvi Liegi e datato 1905 in basso a sinistra
Olio su tela, cm 30X50
Reca sul retro l'autentica di Mario Borgiotti.
Provenienza:
Milano, collezione privata
Luigi Levi, in arte Ulvi Liegi, studiò disegno con Luigi Corsi e pittura con Carlo Markò: frequenta poi l'Accademia della Scuola di Figura del professor Ciaranfi per liberarsi presto, seguendo il consiglio di Telemaco Signorini, del quale fu amico e ammiratore, da ogni influenza accademica ed abbandonandosi completamente allo studio diretto del vero. Espone per la prima volta alla Mostra della Società delle Belle Arti di Firenze nel 1882, due anni dopo invia a Torino tre paesaggi: Un tramonto lungo il Mugnone, Una giornata grigia nei campi ed Un effetto autunnale. A Venezia, nel 1887, Dopo la pioggia, Sulla strada del Romito a Firenze, Giornata invernale, Sulla sera al Manzollo presso Firenze. Nel 1898 espone a Parigi con opere che suscitano lodi incondizionate da parte dei maestri dell'impressionismo francese, tra cui Degas, Pissarro e Monet. Col tempo, pur rimanendo fedele alla tecnica impressionistica, darà alla sua pittura un contenuto più saldo e un carattere di maggiore vivacità. In questa sua seconda maniera il Levi si manifesta come colorista di un lirismo violento, acceso, spinto talvolta fino all'eccesso e pur severamente contenuto, sempre, entro una linea caratteristica. Dal 1921 presidente del Gruppo Labronico, espone alle Biennali romane (1921-25) e poi alla Biennale di Venezia (1928-36). Nel 1932 il Comune di Livorno gli conferisce la medaglia d'oro per l'attività di promotore culturale. Nella tela qui pubblicata la suggestione dell'ora, con le sue accensioni cromatiche, accresce il sentimento di malinconia che pervade l'opera: il sole basso, con i suoi bagliori rossastri che si fanno largo tra le nubi all'orizzonte, fa risplendere le acque fredde e perlacee del fiume, ponendo le baracche dei pescatori e le bilance in controluce. La tavolozza richiama le esperienze post-impressioniste, nello sfaldarsi della materia pittorica e nella maggiore evidenza assunta dalle pennellate, arricchendo la composizione di nuove vibrazioni luminose. Un'opera raffigurante lo stesso soggetto, Vecchie bilance da pesca a Bocca d'Arno, realizzata nel 1894, è conservata nella Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma.
Bibliografia di riferimento:
S. Fugazza, Ulivi Liegi. Momenti del Postimpressionismo in Toscana, Firenze 2007, ad vocem
G. Uzzani, Liegi, Ulvi, in La pittura in Italia. Il Novecento/1, II, Milano 1992, ad vocem
M. Borgiotti, Coerenza e modernità dei pittori labronici, Firenze 1979, ad vocem
Bilance a Bocca d'Arno
Firmato Ulvi Liegi e datato 1905 in basso a sinistra
Olio su tela, cm 30X50
Reca sul retro l'autentica di Mario Borgiotti.
Provenienza:
Milano, collezione privata
Luigi Levi, in arte Ulvi Liegi, studiò disegno con Luigi Corsi e pittura con Carlo Markò: frequenta poi l'Accademia della Scuola di Figura del professor Ciaranfi per liberarsi presto, seguendo il consiglio di Telemaco Signorini, del quale fu amico e ammiratore, da ogni influenza accademica ed abbandonandosi completamente allo studio diretto del vero. Espone per la prima volta alla Mostra della Società delle Belle Arti di Firenze nel 1882, due anni dopo invia a Torino tre paesaggi: Un tramonto lungo il Mugnone, Una giornata grigia nei campi ed Un effetto autunnale. A Venezia, nel 1887, Dopo la pioggia, Sulla strada del Romito a Firenze, Giornata invernale, Sulla sera al Manzollo presso Firenze. Nel 1898 espone a Parigi con opere che suscitano lodi incondizionate da parte dei maestri dell'impressionismo francese, tra cui Degas, Pissarro e Monet. Col tempo, pur rimanendo fedele alla tecnica impressionistica, darà alla sua pittura un contenuto più saldo e un carattere di maggiore vivacità. In questa sua seconda maniera il Levi si manifesta come colorista di un lirismo violento, acceso, spinto talvolta fino all'eccesso e pur severamente contenuto, sempre, entro una linea caratteristica. Dal 1921 presidente del Gruppo Labronico, espone alle Biennali romane (1921-25) e poi alla Biennale di Venezia (1928-36). Nel 1932 il Comune di Livorno gli conferisce la medaglia d'oro per l'attività di promotore culturale. Nella tela qui pubblicata la suggestione dell'ora, con le sue accensioni cromatiche, accresce il sentimento di malinconia che pervade l'opera: il sole basso, con i suoi bagliori rossastri che si fanno largo tra le nubi all'orizzonte, fa risplendere le acque fredde e perlacee del fiume, ponendo le baracche dei pescatori e le bilance in controluce. La tavolozza richiama le esperienze post-impressioniste, nello sfaldarsi della materia pittorica e nella maggiore evidenza assunta dalle pennellate, arricchendo la composizione di nuove vibrazioni luminose. Un'opera raffigurante lo stesso soggetto, Vecchie bilance da pesca a Bocca d'Arno, realizzata nel 1894, è conservata nella Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma.
Bibliografia di riferimento:
S. Fugazza, Ulivi Liegi. Momenti del Postimpressionismo in Toscana, Firenze 2007, ad vocem
G. Uzzani, Liegi, Ulvi, in La pittura in Italia. Il Novecento/1, II, Milano 1992, ad vocem
M. Borgiotti, Coerenza e modernità dei pittori labronici, Firenze 1979, ad vocem
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ULVI LIEGI
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