Bottega Di Giovanni Battista Tiepolo (venezia 1696 – - May 19, 2015 | Minerva Auctions In Italy
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Bottega di Giovanni Battista Tiepolo (Venezia 1696 –

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Bottega di Giovanni Battista Tiepolo (Venezia 1696 –
Bottega di Giovanni Battista Tiepolo (Venezia 1696 –
Item Details
Description
Il banchetto di Cleopatra olio su tela, cm 197 x 374

L'opera è verosimilmente riconducibile al milanese Giustino Menescardi (nato a Milano, documentato tra il 1739 ed il 1779 e morto a Venezia). Menescardi esordì nei cantieri milanesi di Tiepolo lavorando al soffitto della galleria di Palazzo Clerici dove apprese l'arte della grande decorazione che rielaborò in tutta la sua produzione successiva e che lo portò anche a realizzare scenografie per il teatro. Tra le sue numerose opere di soggetto profano è il caso qui di ricordare gli affreschi con le storie di Didone, tra cui il Banchetto di Enea e Didone, sulla falsa riga del più celebre banchetto di Cleopatra e Antonio, vera ostentazione di opulenza, come ricorda Plinio il Vecchio, più volte raffigurato da Tiepolo, ad esempio a Venezia a Palazzo Labia, ma soprattutto nel dipinto che si conserva presso la National Gallery of Victoria di Melbourne. Quest'ultimo, diventato nel tempo vera icona del soggetto, era stato ideato nel 1743 da Tiepolo per il console Smith a Venezia ma fu poi portato a termine per l'amico letterato Francesco Algarotti che in quell'anno si trovava nella Laguna ad acquistare opere d'arte per la corte dresdense del re Augusto III di Sassonia (cfr. F. Haskell, Mecenati e pittori, 2ed., Firenze 1985, pp. 534s.; J. Anderson, Tiepolo's Cleopatra, Melbourne 2003). Della composizione tiepolesca esiste il bozzetto autografo, oggi al Museo Cognacq-Jay di Parigi, pensato per essere sottoposto preventivamente all'approvazione del committente e di gusto ancora barocco, e riferibile agli anni 1742-43. La versione finale invece, realizzata nel 1744, viene concepita come una vera e propria rappresentazione teatrale, in cui le linee oblique delle figure di Cleopatra e Antonio delimitano le quinte, sostenute dalle possenti colonne e dalla balconata di sfondo di regale possanza, fra pietanze ridondanti e frotte di servitori e sudditi. Secondo il revival neoveronesiano, Tiepolo optò per alleggerire la tavolozza, accogliendo i suggerimenti dell'amico Algarotti che lo invitava ad utilizzare colori chiari e luminosi arricchendo la scena di "pittoresca erudizione".Il dipinto offerto nel lotto ricalca con intento principalmente decorativo lo schema tiepolesco del Banchetto a partire dal grande formato - l'opera in esame è più corta in altezza ma più ampia in larghezza rispetto al telero di Tiepolo oggi in Australia (quest'ultimo misura cm 249 x 346), anche se la presente composizione è esemplata sul bozzetto piuttosto che sulla versione finale, di più classica e maestosa imponenza. Dal bozzetto parigino infatti fu poi tirata un'incisione con varianti intitolata Banchetto di Nabal e pubblicata da Pietro Monaco nella raccolta di stampe tratte da dipinti di storia sacra (1743) a cui, molto verosimilmente, l'autore si inspirò per costruire la sua opera.Il dipinto è offerto con Attestato di Libera Circolazione.This lot is sold with a valid export license.WORKSHOP OF GIOVANNI BATTISTA TIEPOLO (vENICE 1696 - MADRID 1770) , CLEOPATRA’S BANQUET, OIL ON CANVAS 197 x 374 CM
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Bottega di Giovanni Battista Tiepolo (Venezia 1696 –

Estimate €12,000 - €18,000
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