LORENZO DE CARO
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(Napoli, 1696 - 1782)
Riposo nella fuga in Egitto
Olio su tela, cm 34,5X40
Lorenzo de Caro è un artista legato al tardobarocco dell'ultimo Solimena e con attinenze di influenza del Traversi per quel che riguarda la caratterizzazione tipologica dei personaggi raffigurati ma in essenza è un artista solimenesco a tutti gli effetti che riesaminò in maniera personalissima il linguaggio del maestro, impiegando l'accentuazione della macchia pittorica in opposizione all'accademismo da lui dettato e alle delicate atmosfere arcadiche proposte dal De Mura. La sua arte è caratterizzata da un inconfondibile chiarore timbrico che divenne nella maturità un esibito virtuosismo tecnico che gli consentì una partecipazione singolare al gusto rocaille partenopeo. L'artista mostra altresì una capacità di presa diretta del reale, ma trasfigurato da una cromia personalissima e un adeguarsi al quel naturalismo a passo ridotto che possiamo cogliere nella coeva statuaria presepiale. Gli aspetti qui elencati si possono cogliere nella tela in esame, in cui a dispetto delle contenute dimensioni si coglie la volontà monumentale e classicheggiante del Solimena maturo, ma contaminata da quella immediatezza espressiva che gli fu suggerita, come detto, dal Traversi e dal modulato realismo arcadico dei presepi napoletani.
Si ringrazia Stefano Causa per l'attribuzione.
Bibliografia di riferimento:
N. Spinosa, Pittura sacra a Napoli nel '700, Napoli 1980, p. 36
N. Spinosa, Arti e civiltà del Settecento a Napoli, Bari 1982, p. 233
N. Spinosa, Pittura napoletana del Settecento dal Rococò al Classicismo, Napoli 1987, ad vocem
Riposo nella fuga in Egitto
Olio su tela, cm 34,5X40
Lorenzo de Caro è un artista legato al tardobarocco dell'ultimo Solimena e con attinenze di influenza del Traversi per quel che riguarda la caratterizzazione tipologica dei personaggi raffigurati ma in essenza è un artista solimenesco a tutti gli effetti che riesaminò in maniera personalissima il linguaggio del maestro, impiegando l'accentuazione della macchia pittorica in opposizione all'accademismo da lui dettato e alle delicate atmosfere arcadiche proposte dal De Mura. La sua arte è caratterizzata da un inconfondibile chiarore timbrico che divenne nella maturità un esibito virtuosismo tecnico che gli consentì una partecipazione singolare al gusto rocaille partenopeo. L'artista mostra altresì una capacità di presa diretta del reale, ma trasfigurato da una cromia personalissima e un adeguarsi al quel naturalismo a passo ridotto che possiamo cogliere nella coeva statuaria presepiale. Gli aspetti qui elencati si possono cogliere nella tela in esame, in cui a dispetto delle contenute dimensioni si coglie la volontà monumentale e classicheggiante del Solimena maturo, ma contaminata da quella immediatezza espressiva che gli fu suggerita, come detto, dal Traversi e dal modulato realismo arcadico dei presepi napoletani.
Si ringrazia Stefano Causa per l'attribuzione.
Bibliografia di riferimento:
N. Spinosa, Pittura sacra a Napoli nel '700, Napoli 1980, p. 36
N. Spinosa, Arti e civiltà del Settecento a Napoli, Bari 1982, p. 233
N. Spinosa, Pittura napoletana del Settecento dal Rococò al Classicismo, Napoli 1987, ad vocem
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LORENZO DE CARO
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