THEODOR HELMBREKER (attr. a)
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Description
(Haarlem, 1633 o 1624 - Roma, 1696)
Fuga in Egitto
Olio su tela, cm 43X33
Provenienza:
Roma, collezione Sacchetti, n. 144 (?)
Roma, Fabio Massimo Megna (come Domenico Gargiulo)
La tela presenta una conduzione pittorica da bozzetto e caratteri della scuola romana, riflettendo tuttavia una educazione nordica, che richiama i modi di Monsù Teodoro, artista di origini olandesi attivo a Roma dal 1653. La sua maniera si modulò quindi sugli esempi dei bamboccianti e del paesismo capitolino seicentesco, giungendo in alcuni casi a risultati che anticipano alcune scene paesane concepite da Andrea Locatelli e Paolo Monaldi. Non a caso lo stesso Filippo Baldinucci gli dedicò una biografia (cfr. Laureati 1983, p. 341), descrivendone le opere dedicate a balli popolari, fiere, pranzi e minute scene di genere ambientate nella campagna laziale, guadagnandosi gran fama. Sue opere, infatti, sono registrate nelle collezioni medicee e apparivano nella villa di Poggio a Caiano dove il principe Ferdinando raccolse le opere in piccolo dei più celebri pittori (cfr. Palliaga 2013). Tornando al dipinto in esame, è risolto a guisa di studio, con pennellate veloci e una descrizione abbozzata delle figure e del fondo, ma la tipologia dei volti e delle figure può suggerire il riferimento al pittore.
Bibliografia di riferimento:
L. Laureati, in I Bamboccianti, a cura di G. Briganti, L. Trezzani, L. Laureati, Roma 1983, pp. 341-349
F. Palliaga, Il Gabinetto di opere in piccolo del Gran Principe Ferdinando nella Villa di Poggio a Caiano, Firenze 2013, pp. 319-325
F. Navarra, Due opere in piccolo del Gran Principe Ferdinando ritrovate, in Arte collezionismo conservazione. Scritti in onore di Marco Chiarini, a cura di N. Barbolani di Montauto, Firenze 2004, pp. 84-87, fig. 2
M. M. Simari, Nelle Antiche cucine, catalogo della mostra, Firenze 2015, pp. 102-105, nn. 13-14
Fuga in Egitto
Olio su tela, cm 43X33
Provenienza:
Roma, collezione Sacchetti, n. 144 (?)
Roma, Fabio Massimo Megna (come Domenico Gargiulo)
La tela presenta una conduzione pittorica da bozzetto e caratteri della scuola romana, riflettendo tuttavia una educazione nordica, che richiama i modi di Monsù Teodoro, artista di origini olandesi attivo a Roma dal 1653. La sua maniera si modulò quindi sugli esempi dei bamboccianti e del paesismo capitolino seicentesco, giungendo in alcuni casi a risultati che anticipano alcune scene paesane concepite da Andrea Locatelli e Paolo Monaldi. Non a caso lo stesso Filippo Baldinucci gli dedicò una biografia (cfr. Laureati 1983, p. 341), descrivendone le opere dedicate a balli popolari, fiere, pranzi e minute scene di genere ambientate nella campagna laziale, guadagnandosi gran fama. Sue opere, infatti, sono registrate nelle collezioni medicee e apparivano nella villa di Poggio a Caiano dove il principe Ferdinando raccolse le opere in piccolo dei più celebri pittori (cfr. Palliaga 2013). Tornando al dipinto in esame, è risolto a guisa di studio, con pennellate veloci e una descrizione abbozzata delle figure e del fondo, ma la tipologia dei volti e delle figure può suggerire il riferimento al pittore.
Bibliografia di riferimento:
L. Laureati, in I Bamboccianti, a cura di G. Briganti, L. Trezzani, L. Laureati, Roma 1983, pp. 341-349
F. Palliaga, Il Gabinetto di opere in piccolo del Gran Principe Ferdinando nella Villa di Poggio a Caiano, Firenze 2013, pp. 319-325
F. Navarra, Due opere in piccolo del Gran Principe Ferdinando ritrovate, in Arte collezionismo conservazione. Scritti in onore di Marco Chiarini, a cura di N. Barbolani di Montauto, Firenze 2004, pp. 84-87, fig. 2
M. M. Simari, Nelle Antiche cucine, catalogo della mostra, Firenze 2015, pp. 102-105, nn. 13-14
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THEODOR HELMBREKER (attr. a)
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