GEROLAMO DA PONTE (attr. a)
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Description
(Bassano del Grappa, 1566 - 1621)
Cena in Emmaus
Olio su tela, cm 111X141
La Cena in Emmaus fu una delle composizioni più popolari ideate da Jacopo Bassano nel 1537. Da tale data numerose repliche furono realizzate dalla prolifica bottega, a iniziare dalla versione firmata da Jacopo e da suo figlio Francesco collocabile intorno agli anni 1576 ; 1577 (cfr. B. L. Brown e P. Marini, Jacopo Bassano, catalogo della mostra, Bologna 1992, 62, pp. 412- 414). Ricordiamo altresì le repliche con varianti di collezione privata di New York che reca la firma di Jacopo ma è da ritenere frutto della collaborazione con il figlio Leandro, morto nel 1622, che condusse l'atelier con successo (cfr. Rearick, Jacopo Bassano, I Dal Ponte: una dinastia di pittori, Bassano 1992, p. CLV) e quella di collezione privata firmata da Jacopo e Francesco insieme (cfr. Alberton Vinco Da Sesso, in Jacopo Bassano ..., 1992, p. 167 n. 62). Si riconoscono anche le repliche custodite alla Galleria Doria Pamphilj di Roma e alla Pinacoteca di Brera, ma tornando alla nostra versione, consente di cogliere la pratica produttiva della bottega del maestro, che faceva un sapiente uso di cartoni, di moduli figurativi che diversamente assemblati costruivano le iconografie desiderate, scostandosi gioco forza dal prototipo attraverso lievi varianti. E qui sovviene il dilemma di longhiana memoria tra qualità e industria per comprendere da una parte il carattere seriale di questa produzione dettata dalla straordinaria fortuna critica, sottolineando che quando le tele rispettano gli standard estetici non tradiscono, come in questo caso, le aspettative decorative del collezionismo.
Cena in Emmaus
Olio su tela, cm 111X141
La Cena in Emmaus fu una delle composizioni più popolari ideate da Jacopo Bassano nel 1537. Da tale data numerose repliche furono realizzate dalla prolifica bottega, a iniziare dalla versione firmata da Jacopo e da suo figlio Francesco collocabile intorno agli anni 1576 ; 1577 (cfr. B. L. Brown e P. Marini, Jacopo Bassano, catalogo della mostra, Bologna 1992, 62, pp. 412- 414). Ricordiamo altresì le repliche con varianti di collezione privata di New York che reca la firma di Jacopo ma è da ritenere frutto della collaborazione con il figlio Leandro, morto nel 1622, che condusse l'atelier con successo (cfr. Rearick, Jacopo Bassano, I Dal Ponte: una dinastia di pittori, Bassano 1992, p. CLV) e quella di collezione privata firmata da Jacopo e Francesco insieme (cfr. Alberton Vinco Da Sesso, in Jacopo Bassano ..., 1992, p. 167 n. 62). Si riconoscono anche le repliche custodite alla Galleria Doria Pamphilj di Roma e alla Pinacoteca di Brera, ma tornando alla nostra versione, consente di cogliere la pratica produttiva della bottega del maestro, che faceva un sapiente uso di cartoni, di moduli figurativi che diversamente assemblati costruivano le iconografie desiderate, scostandosi gioco forza dal prototipo attraverso lievi varianti. E qui sovviene il dilemma di longhiana memoria tra qualità e industria per comprendere da una parte il carattere seriale di questa produzione dettata dalla straordinaria fortuna critica, sottolineando che quando le tele rispettano gli standard estetici non tradiscono, come in questo caso, le aspettative decorative del collezionismo.
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GEROLAMO DA PONTE (attr. a)
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