PIETRO BARDELLINO
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Description
(Napoli, 1732 - 1806)
Allegoria della Fortezza
Olio su tela, cm 148X148
Provenienza:
Roma, Christie's, 4 dicembre 1991, lotto 153
Pietro Bardellino è da considerarsi il più talentuoso allievo di Francesco de Mura e a partire dalla seconda metà XVIII secolo fu attivo nelle principali residenze reali di Ferdinando IV di Borbone. Attento alle tendenze dell'arte nord-europea di gran moda alla corte di Maria Carolina di Sassonia, moglie di Ferdinando IV, il pittore schiarisce e rende ancora più pittoriche le composizioni del suo maestro, esplicando un elegante gusto rococò in chiave meridionale. Le tele qui presentate sono quindi da collocarsi alla maturità, certamente influenzate dalle sfumature di Corrado Giaquinto e Giacomo del Po, nondimeno da un classicismo che si modula su atmosfere rocaille. La resa preziosa della luminosità pare sfaldare la consistenza plastica delle immagini e le tonalità demuriane lasciano spazio ad un pittoricismo che conduce ad esiti qualitativi inattesi, rivolti alla libera esaltazione dei dati cromatici e formali. Di conseguenza, non è un caso che nel 1991 i dipinti segnarono il risultato d'asta mai più raggiunto dall'artista, in virtù di una forza illustrativa e una qualità che connota le sue migliori creazioni, in cui gli aspetti atmosferici e di impasto trovano confronto e paiono preannunciare le imprese databili al nono decennio conseguite nel Palazzo dei Regi Studi, di Palazzo Spinelli e alla Reggia di Caserta. L'analisi delle stesure evidenzia la sprezzatura dell'esecuzione e lo straordinario connubio tra il disegno e la vibrante costruzione pittorica, che riesce con sorprendente abilità ad evocare i volumi e la vitale monumentalità delle figure. Questi dati, estetici e tecnici, confermano ulteriormente il giudizio critico sul fondamentale contributo del Bardellino all'arte napoletana di fine Settecento, il suo ruolo di principale interprete e consapevole regista dell'evoluzione in chiave neoclassica del rococò europeo, in analogia con Anton Raphael Mengs e Pompeo Girolamo Batoni.
Bibliografia di riferimento:
C. Lorenzetti, La pittura napoletana del Settecento, in S. Ortolani e C. Lorenzetti, S. Biancale, La mostra della pittura napoletana dei secoli XVII, XVIII, XIX , catalogo della mostra, Napoli, 1938, pp. 202-203
N. Spinosa, Pietro Bardellino un pittore poco noto del Settecento napoletano, in Pantheon, 31. 1973, , pp. 264-284
N. Spinosa, Pittura napoletana del Settecento. Dal rococò al classicismo, Napoli 1987, II, p. 53
R. Lattuada, Casa di Re, un secolo di storia alla Reggia di Caserta, catalogo della mostra, Milano 2004, I, pp. 106, 109, 114-119, 285-286, 2.13; 286, 214-216
Allegoria della Fortezza
Olio su tela, cm 148X148
Provenienza:
Roma, Christie's, 4 dicembre 1991, lotto 153
Pietro Bardellino è da considerarsi il più talentuoso allievo di Francesco de Mura e a partire dalla seconda metà XVIII secolo fu attivo nelle principali residenze reali di Ferdinando IV di Borbone. Attento alle tendenze dell'arte nord-europea di gran moda alla corte di Maria Carolina di Sassonia, moglie di Ferdinando IV, il pittore schiarisce e rende ancora più pittoriche le composizioni del suo maestro, esplicando un elegante gusto rococò in chiave meridionale. Le tele qui presentate sono quindi da collocarsi alla maturità, certamente influenzate dalle sfumature di Corrado Giaquinto e Giacomo del Po, nondimeno da un classicismo che si modula su atmosfere rocaille. La resa preziosa della luminosità pare sfaldare la consistenza plastica delle immagini e le tonalità demuriane lasciano spazio ad un pittoricismo che conduce ad esiti qualitativi inattesi, rivolti alla libera esaltazione dei dati cromatici e formali. Di conseguenza, non è un caso che nel 1991 i dipinti segnarono il risultato d'asta mai più raggiunto dall'artista, in virtù di una forza illustrativa e una qualità che connota le sue migliori creazioni, in cui gli aspetti atmosferici e di impasto trovano confronto e paiono preannunciare le imprese databili al nono decennio conseguite nel Palazzo dei Regi Studi, di Palazzo Spinelli e alla Reggia di Caserta. L'analisi delle stesure evidenzia la sprezzatura dell'esecuzione e lo straordinario connubio tra il disegno e la vibrante costruzione pittorica, che riesce con sorprendente abilità ad evocare i volumi e la vitale monumentalità delle figure. Questi dati, estetici e tecnici, confermano ulteriormente il giudizio critico sul fondamentale contributo del Bardellino all'arte napoletana di fine Settecento, il suo ruolo di principale interprete e consapevole regista dell'evoluzione in chiave neoclassica del rococò europeo, in analogia con Anton Raphael Mengs e Pompeo Girolamo Batoni.
Bibliografia di riferimento:
C. Lorenzetti, La pittura napoletana del Settecento, in S. Ortolani e C. Lorenzetti, S. Biancale, La mostra della pittura napoletana dei secoli XVII, XVIII, XIX , catalogo della mostra, Napoli, 1938, pp. 202-203
N. Spinosa, Pietro Bardellino un pittore poco noto del Settecento napoletano, in Pantheon, 31. 1973, , pp. 264-284
N. Spinosa, Pittura napoletana del Settecento. Dal rococò al classicismo, Napoli 1987, II, p. 53
R. Lattuada, Casa di Re, un secolo di storia alla Reggia di Caserta, catalogo della mostra, Milano 2004, I, pp. 106, 109, 114-119, 285-286, 2.13; 286, 214-216
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