MARIO NUZZI detto MARIO dei FIORI (attr. a)
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Description
(Roma, 1603 - 1673)
Vaso di fiori
Olio su tela, cm 95X77
Ricondotto al catalogo di Mario Nuzzi da Giordano Veroli, lo studioso data il dipinto al primo periodo di attività del pittore confrontandolo con quello pubblicato da Luigi Salerno (cfr. L. Salerno, Nuovi studi sulla natura morta, Roma 1989, fig. 63). La datazione è quindi suggerita dalle tonalità ancora arcaiche della composizione, costruita sui chiaroscuri, sia pur preannunciante le sfarzose opere mature, che risentono della magniloquenza barocca. Possiamo altresì notare la sapiente conoscenza botanica del Nuzzi che, come ricorda Lione Pascoli, iniziò a disegnare con il padre floricultore (cfr. L. Pascoli, Le vite de' pittori scultori et architetti moderni, II, Roma 1736, pp. 57-74), per poi passare secondo il Baglione nella bottega del Salini con cui precocemente ne divenne collaboratore, ereditandone la clientela alla sua morte avvenuta nel 1625 (G. Baglione, Le vite de' pittori, scultori et architetti, Roma 1642, pag. 188). Questo apprendistato consentì al giovane di entrare in contatto con eruditi, accademici, botanici e artisti di natura morta dell'area barberiniana, come Cassiano del Pozzo, Jacopo Ligozzi, Anna Maria Vaiana, Daniel Seghers (cfr. M. Epifani e F. Solinas in Flora Romana. Fiori e cultura nell'arte di Mario de' Fiori, catalogo della mostra a cura di F. Solinas, Roma 2010, pp. 182-188, p. 34).
L'opera è corredata da una scheda critica di Giordano Veroli.
Vaso di fiori
Olio su tela, cm 95X77
Ricondotto al catalogo di Mario Nuzzi da Giordano Veroli, lo studioso data il dipinto al primo periodo di attività del pittore confrontandolo con quello pubblicato da Luigi Salerno (cfr. L. Salerno, Nuovi studi sulla natura morta, Roma 1989, fig. 63). La datazione è quindi suggerita dalle tonalità ancora arcaiche della composizione, costruita sui chiaroscuri, sia pur preannunciante le sfarzose opere mature, che risentono della magniloquenza barocca. Possiamo altresì notare la sapiente conoscenza botanica del Nuzzi che, come ricorda Lione Pascoli, iniziò a disegnare con il padre floricultore (cfr. L. Pascoli, Le vite de' pittori scultori et architetti moderni, II, Roma 1736, pp. 57-74), per poi passare secondo il Baglione nella bottega del Salini con cui precocemente ne divenne collaboratore, ereditandone la clientela alla sua morte avvenuta nel 1625 (G. Baglione, Le vite de' pittori, scultori et architetti, Roma 1642, pag. 188). Questo apprendistato consentì al giovane di entrare in contatto con eruditi, accademici, botanici e artisti di natura morta dell'area barberiniana, come Cassiano del Pozzo, Jacopo Ligozzi, Anna Maria Vaiana, Daniel Seghers (cfr. M. Epifani e F. Solinas in Flora Romana. Fiori e cultura nell'arte di Mario de' Fiori, catalogo della mostra a cura di F. Solinas, Roma 2010, pp. 182-188, p. 34).
L'opera è corredata da una scheda critica di Giordano Veroli.
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MARIO NUZZI detto MARIO dei FIORI (attr. a)
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